Il servizio di telemedicina Amazon Care è stato chiuso, Jeff Bezos non è quindi ancora riuscito a entrare pesantemente nel mercato dell’industria sanitaria americana.
Secondo la società leader dell’e-commercer “Non è stata una decisione presa alla leggera ed è arrivata dopo mesi di attenta valutazione”. In particolare avrebbe pesato la scarsita dell’offerta proposta, non sufficientemente ampia per il taget individuato.
Ma Amazon non è rimasta al palo ed ha subito rilancaito con la telemedicina: Amazon Clinic è una piattaforma, per ora non disponibile in Italia, pensata per accedere ai servizi di assistenza da remoto.
Per ora il servizio sarà assicurato solo per 20 condizioni patologiche a bassa intensità, come allergie, acne e perdita di capelli.
Per assicurare il successo lato utente sarebbe stata in particolar modo curata la semplicità di utilizzo: basterà selezionare il problema di salute, completare un breve questionario di anamnesi e scegliere il provider da un elenco di operatori autorizzati e qualificati.
Il costo delle consultazioni dovrebbe variare a seconda del fornitore e includere eventuali messaggi di follow-up da parte del medico per un periodo massimo di due settimane dalla prima consultazione.
Alcune lezioni che potremmo trarre da queste due case history: primo, anche Amazon fallisce, ma un fallimento oggi è una lezione appresa per riprovarci domani; secondo, il mercato della salute ha delle peculiarità che altri settori non hanno, e questo forse è una delle cause maggiori dell’insuccesso qui raccontato.
Fonte Ansa e Pharmacyscanner.it