Il report “Il Settore Farmaceutico 2022” di Euler Hermes è un documento di sicuro interesse per tutti gli operatori di settore, sia perché offre una overview completa sull’andamento di questa industria sia perchè evidenzia alcune tendenze prossime su cui è necessario investire per mantenere il livello di servizio e il presidio sui mercati di riferimento.
Circa la situazione attuale viene evidenziato come “il crollo generalizzato del Pil che si è verificato nei Paesi occidentali nel 2020 ha visto pochi settori in controtendenza. Uno di questi è quello dell’industria farmaceutica che, a livello globale, fattura più di un trilione di dollari annui”, anche se gli autori della ricerca sottolineano come ai vertici del comparto ci siano aziende americane, svizzere e tedesche.
Inoltre sono presentati spunti interessanti su tematiche quali la gestione del circolante dei medicinali, “che ha visto un sostanziale allineamento dei tempi di incasso/pagamento sopra la rotazione del magazzino, segno della fluidità del business”, e perciò segno di salute generale degli operatori del canale. Ma allo stesso tempo non si tace sull’”ancora più evidente calo per i medicinali rimborsabili che, anche per effetto delle molte manovre di taglio che si sono succedute negli anni, sono diminuiti del 51% dal 2001 al 2020”, una evidenza che conferma “il trend storico del rapporto tra prezzi dei medicinali e inflazione, generalmente in calo in tutti i Paesi europei, ma più rapidamente in Italia.”
Circa la parte sul futuro prossimo dell’industria farmaceutica l’attenzione è posta su due fenomeni che hanno dei punti di contatto ma sui cui è utile avere chiari i rispettivi ambiti e peculiarità: Pharma 4.0 infatti promette il supporto diagnostico ai pazienti grazie a strumenti digitali nonché a device wearable; la digital health invece riguarda le pratiche atte a migliorare la comunicazione medico-paziente con la finalità della prevenzione e successivo trattamento tramite piattaforme e servizi digitali di telemedicina di supporto.
Tenere d’occhio l’andamento nel medio periodo ma investire anche nel digitale, ecco quello che ci pare il messaggio da tratte da questa pubblicazione. Per quanto ovvio è una linea guida da non perdere mai di vista, peraltro considerando anche che non tutti gli investimenti IT sono per forza particolarmente onerosi, in un’epoca come la nostra dove molte soluzioni software sono molto meno costose di un tempo da implementare.