Per un retail digitale ma anche empatico

C’è chi dice che siamo entrati nell’era dell’incertezza: due anni di pandemia, a febbraio la guerra in Ucraina, quindi i rincari dei costi energetici, la carenza di materie prime, l’inflazione e gli aumenti dei tassi di interesse, che costringeranno industrie e imprese a rivedere i loro conti. Lo scenario continua a cambiare e di riflesso cambiano i comportamenti di acquisto delle famiglie, che devono tenere i consumi al passo con la capacità di spesa.

Sono cose forse dette e ridette, ma conviene tenerlo a mente: per vincere la sfida della concorrenza serve investire in digitale, innovare ed efficientare, nonché cercare la sostenibilità e la riduzione dei costi energetici. Era vero prima del Covid, lo è ancora di più oggi, dopo che alla pandemia sono seguiti i recenti eventi bellici e l’impennata dei costi in bolletta.

Alla sesta edizione del Retail Summit, organizzato da Confimprese e Jakala il 21 e 22 settembre a Milano, si è parlato appunto di questo. Alcune cifre che fanno riflettere: nel 2022 il 74% degli europei ha cambiato le abitudini di consumo, il 27% ha cambiato il punto vendita per ragioni di prezzo o servizio.
La formazione e la crescita delle competenze sono indicati come fattori complementari alla tecnologia: in un mondo di consumatori che praticano la omnicanalità – 70% della popolazione – la user experience deve essere di eccellenza nel digitale ma la consulenza one 2 one lo deve essere altrettanto.
Come portare a bordo le risorse in questa sfida? Fornendo veri strumenti consulenziali e spiegando il valore professionale che l’innovazione offre.

Vale per tutti, vale anche nella nostra industry.

Fonte: Pharmacy scanner

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